mercoledì 20 gennaio 2010

MARIA GRAZIA NICO per FASHION IN TOWN 2009

La città di Perugia è stata favorita nei secoli dalla sua posizione geografica, dominante rispetto alla piana del Tevere, e dislocata lungo l’asse di collegamento tra l’Adriatico ed il Tirreno. A Perugia è riconosciuta una “duplicità” di origine, umbra ed etrusca, testimoniata quest’ultima dalle necropoli e dalla cinta muraria ancora visibile a tratti. A partire dal III secolo a.C. la città entrò nell’orbita di Roma e con Ottaviano conobbe una completa riqualificazione, espandendosi fuori dalle mura etrusche. Dopo la caduta dell’Impero romano Perugia fu sconvolta da drammatici fatti bellici: la guerra greco-gotica, l’invasione prima dei Longobardi e poi dei Franchi, i quali ultimi donarono al papa la città con il suo territorio. Da questo momento Perugia entrò all’interno della compagine territoriale e politica che sarà lo Stato della Chiesa. Intanto dentro le mura urbiche si venne formando una élite di cittadini che assunsero funzioni pubbliche in nome del Comune, la “rivoluzionaria” istituzione cittadina, retta prima dal consolato, organo collegiale, sostituito poi dal podestà, funzionario super partes, affiancato dal capitano del popolo dalla metà del Duecento. Il Trecento fu per Perugia un secolo di grandi cambiamenti dal punto di vista istituzionale con la creazione dei Priori che risiedevano nell’omonimo Palazzo, ma fu anche il secolo in cui la città divenne teatro di feroci lotte tra i Raspanti (“popolo grasso”) ed i Beccherini (nobili), talvolta guidati da grandi personaggi come Biordo Michelotti o Braccio Fortebracci, signore dal 1416 al 1424. Dopo la sua morte la città entrò in una fase di marcata soggezione alla Chiesa, temperata dall’influenza della famiglia Baglioni, che dal 1488 fino alla metà del ‘500 godette di grande fortuna. Ma nel 1537 Perugia chiese senza successo al papa il ribasso dell’aliquota sul sale, il rifiuto provocò una forte reazione dei Perugini che insorsero contro Paolo III che dichiarò la città ribelle, la colpì con l’interdetto e inviò truppe al comando del nipote Pierluigi Farnese, il quale subito si insediò in città mettendo immediatamente mano al progetto della Rocca, disegnata da An¬tonio da San Gallo. Il Sei ed il Settecento si caratterizzano come i secoli della stabilizzazione amministrativa dello Stato ecclesiastico, il che determinò un ripiegamento della città su se stessa con forti danni economici. Durante l’avventura giacobina e poi napoleonica la città conobbe una spinta notevole ad uscire dal grigiore del governo pontificio nel quale poi inevitabilmente ricadde dopo l’abdicazione di Napo¬leone e l’arrivo da Roma dei commissari pontifici. Seguirono qui come altrove i movimenti risorgimentali (1833 e 1848) e le Guerre d’Indipendenza, fino al 1860 che fu l’anno della liberazione anche per Perugia, affidata al Commissario Pepoli, che rivitalizzò le attività economiche, mentre si avviava la de¬molizione della Rocca Paolina. Perugia nei decenni dopo l’Unità si presenta come una “città di proprietari agrari” poco interessati ai cambiamenti, che tuttavia si verificarono con la prima Guerra Mondiale e con il dopoguerra carico di tensioni e problemi che sfociarono nel 1921 nella fondazione del primo Fascio di Perugia, cui fece fronte una non ben organizzata opposizione antifascista. La società perugina è stata caratterizzata nel lungo periodo dalla presenza di un ceto forte e coeso di proprietari terrieri, e avviò con diffidenza un’attività industriale, legata comunque all’agricoltura, attività che partì in ritardo rispetto al resto d’Italia. Alla metà del Novecento la zona di Fontivegge vicina alla Stazione diventò il nuovo centro propulsivo della città: qui si insediò la Perugina, e a seguire il Tabacchificio, il Biscottificio Colussi, e non lontano, in zona Santa Lucia, lo stabilimento Luisa Spagnoli. Il centro della città, l’Acropoli abbandonata dalle attività produttive, continuò ad essere sede di attività ricettive legate all’Università italiana e all’Università per Stranieri. Infine nella zona di Fontivegge, liberata dall’occupazione della Perugina che si spostò a S. Sisto negli anni ‘60, vengono portati all’inizio degli anni Novanta gli uffici regionali ed altri centri direzionali, riuniti nel “Broletto”, collegato all’Acropoli dal percorso meccanizzato che passa dentro la Rocca Paolina e dal Minimetró, la metropolitana leggera inaugurata nel 2008.
Maria Grazia Nico

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